* Test * Prova del TOTALDAC d1-sublime: c’è un nuovo sceriffo in città
Oggi prendiamo di petto un convertitore digitale-analogico senza compromessi. Di alcun tipo. Nemmeno di prezzo. Ci stiamo riferendo al TOTALDAC d1-sublime.
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Vincent Brient è il patron di TOTALDAC
La Bretagna, quello spuntone di terra a nord ovest della Francia, che sembra mettere il naso fuori cercando un contatto al di là della stretta manica, una conferma, una identità, una certezza di un popolo che vi si insediò già dal sesto secolo fuggendo dalla nativa Britannia, ospita i bretoni nelle loro particolari dimore fatte di grosse pietre incastonate, paesaggi irreali, vecchi borghi indugiati nelle pieghe di un tempo che appare lento nel suo scorrere raccontandoci storie in bianco e nero, storie di pesca e distese fertili di grano e ortensie, ma soprattutto in epoca moderna, storie di tecnici, ricercatori, informatici e come in questo caso costruttori di macchine da musica.
Nella baia di Mont Saint-Michel dove le maree si divertono corteggiando le terre per poi abbandonarle carezzate dalle avance della Luna, e ritornare in un girotondo narcisistico senza fine, troviamo la casa del nostro protagonista, sarà questa influenza ad aver spinto Vincent Brient patron ed head engineer di TOTALDAC alla creazione di qualcosa di così differente nel panorama delle sorgenti digitali a livello mondiale? La domanda non è neanche tanto ardita poiché il suo ultimo nato, il d1-sublime, è senza dubbio una realizzazione che difficilmente possiamo collocare sul nostro piccolo pianeta, forse prestato a questo, e chissà per quanto tempo ancora…
I convertitori con scheda R2R
TOTALDAC lancia il primo prodotto digitale nel 2010, una scheda DAC R2R (con l’opzione per un crossover attivo). Da quel lontano inizio è passato del tempo speso a perfezionare e migliorare i suoi prodotti, arrivando fino ad oggi con l’introduzione dell’architettura Unity, dando così vita ad una nuova stagione di sorgenti digitali.
Unity si declina in tre configurazioni, il d1-Unity è il primo della specie, presenta un totale di 150 componenti aggiornati e modificati e una singola rete ladder di resistori R2R per canale per un totale di 100 resistenze, la sua evoluzione il Triunity che ora impiega 290 componenti aggiornati o modificati rispetto alla precedente versione, integra tre reti ladder di resistori R2R per canale per un tortale di 300 resistenze in un singolo box, infine il Sublime con 680 componenti aggiunti o sostituiti, il fiore all’occhiello della produzione TOTALDAC che implementa un doppio Triunity, uno per canale, diretti da un re-clock Sublime esterno ed una alimentazione large-box live-power a tre uscite a coronare un quadrilatero di livello estremo.
Con il sublime vengono offerti due cavi AES/EBU XLR upgradabili con le versioni audiophile UP12, un cavo BNC per clock di livello audiophile ed un cavo per il remote control.
Da sottolineare come questa nuova architettura Unity presenta uno stadio di uscita a discreti con componenti di alta qualità totalmente ridisegnato e pensato per esprime le migliori prestazioni possibili.
La tensione di uscita per tutti e tre i modelli di DAC è in RCA single-ended 3,5 V e XLR bilanciato 7 V. Questo consente di comandare agevolmente un finale di potenza o un paio di case attive senza bisogno di un preamplificatore.
I tre nuovi DAC offrono una tecnologia di clock personalizzata integrata con memoria FIFO anti-jitter.
Gli ingressi USB, RCA Coassiale e AES/EBU arrivano fino a 192 khz e 24bit, l’ottico si ferma a 96 khz e 24bit. TOTALDAC come opzione prevede tramite DoP di accettare segnali in DSD 1x.
Sugli chassis non ci sono pulsanti, quindi tutte le regolazioni, come anche la selezione degli ingressi, deve essere fatta da telecomando.
L’attenzione al cliente
L’approccio di TOTALDAC verso i clienti è curato e attento alle esigenze di miglioramento, grazie alla sua politica di upgrade incrementali: è sufficiente organizzare la spedizione del precedente DAC per upgradarlo a quelli successivi, senza limitazione fino al top di gamma, si pagherà la differenza dal prezzo di vendita più 350 euro per box.
TOTALDAC offre un periodo di prova di 20 giorni a casa del cliente in modo da poter testare i loro DAC prima di impegnarsi ad acquistare. Per ogni altra esigenza tecnica la ditta risponde prontamente e può intervenire su ogni prodotto anche i più datati. Non ultimo da segnalare come TOTALDAC già da tempo è una realtà che produce e fornisce non solo DAC ma anche streamer, switches, clock, preamplificatori, finali di potenza e diffusori. Si può organizzare un sistema full TOTALDAC dalla sorgente agli speakers!
La nostra prova del TOTALDAC d1-sublime
Ecce Homo, il protagonista assoluto del nostro incontro, il d1-sublime, la nuova sorgente digitale di punta di TOTALDAC. Un oggetto unico, formato da 4 box, sui quali andremo a vivere la nostra esperienza di ascolto.
Sveliamo una curiosità, con il prefisso d1- si intende una singola via, ovvero una sorgente fullrange; è possibile richiedere una variante con crossover digitale a due vie – il d2 – oppure a tre vie il d3.
Da sapere: cos’è la tecnologia R2R ladder
Il d1-sublime, come tutti gli altri DAC di TOTALDAC, si basa sulla tecnologia R2R ladder, ovvero un circuito di conversione digitale-analogico che si sostanzia nell’uso di resistori per operare le delicatissime operazioni di trasformazione dell’informazione dal dominio digitale a quello analogico.
Nei DAC più tradizionali queste operazioni vengono asservite da un unico chip di conversione come un TDA 1541, un PCM1704 oppure un più moderno ESS Sabre 9038pro.
Vien da sé che il costo di conversione operato da un chip unico è notevolmente più economico rispetto ad una batteria di resistori discreti che dovranno avere, tra le altre cose, una tolleranza bassissima e valori uguali e doppi le une alle altre, in pratica si utilizzano due tipologie di resistenze una “R” ed una di valore doppio “2R”.
Le resistenze che vengono impiegate sono le 0.01% VAR Bulk Metal® Foil resistors Vishay, il meglio che si può sperare di trovare dentro ad un DAC che utilizza questa tipologia di architettura.
La complessità ed il costo del dispositivo di conversione non si limita alle sole resistenze, ma anche a tutta una serie di accorgimenti elettronici finalizzati all’ottimizzazione circuitale per un risultato estremamente naturale e musicalmente corretto.
L’ascolto del TOTALDAC d1-sublime
Nella nuova produzione di Christian McBride (Prime), disponibile su Qobuz a 192khz / 24 bit, il bassista jazz vincitore per ben otto volte dei GRAMMY® ci sovrasta, nella traccia di apertura Head Bedlam, con un cocktail bel amalgamato di incroci armonici apparentemente casuali prodromici all’ingresso del main sound dove basso, tromba, clarinetto basso e batteria si accompagnano intrecciandosi in melodie ritmate, scandite, modulate così tridimensionalmente e armonicamente vibranti, da far dimenticare la precedente sorgente e mio riferimento, ora con il sublime possiamo solo abbandonarci senza controllo in quello spazio fuori dal tempo che è la nostra bolla virtuale, una cittadella del pensiero dove poter chiudere gli occhi affidandoci alla musica.
Nell’album An Evening of New York Songs and Stories (Qobuz a 44.1khz / 24 bit) Suzanne Vega – una delle ultime cantastorie americane – performa dal vivo una prestazione che ha il sapore di una vita in musica. Nella traccia più rappresentativa Luka, la voce è sfumatamente caratterizzata da una enfasi sulle esse che sbordano interagendo con le micro informazioni ambientali di supporto, ne deriva una vocalizzazione meno riconoscibile e meno amalgamata con il contorno di presentazione live accentuandone la peculiare tonalità. Nel precedente riferimento questa caratteristica è ben chiara confermando il tipo di ripresa, la voce si estende marcando le esse e invadendo i contorni che delimitano e la collegano nello spazio, questo fenomeno provoca una percettibile soppressione di quel senso di coesione tra l’estrinsecazione vocale e la sua controparte ambientale di contorno e supporto che ne dovrebbe facilitare il senso di naturale espressione.
Il nuovo DAC d1-sublime ci pone dianzi un’opera rivoluzionata, bisogna tornare sui nostri passi e rivedere le considerazioni appena fatte. La registrazione non caratterizza la voce, anzi la posizione vocale assume una valenza olistica, completa e rifinita perdendo quelle leggere libertà sulle esse. Ora abbiamo una prestazione più chiara e scevra da interpretazioni digitali, c’è solo la performer perfettamente amalgamata con il background. Affiorano senza sforzo quelle piccolissime parti ambientali che prima venivano messe in secondo piano, questo insieme viene poi supportato da un aumento di energia su tutto il registro creando uno scenario più esteso, maggiormente presente, energico, tridimensionale ed estremamente musicale, siamo lì nel mezzo assistendo ad una prestazione live in modo drammaticamente naturale.
Con l’album Life Goes On (Qobuz 96khz / 24bit), la pianista Carla Bley disegna ritmi seguendo uno stato d’animo dolce e incantatore. Rispetto al riferimento, con la nuova sorgente digitale si arricchisce di una trama armonica più completa e piena, c’è più sostanza nel corpo centrale di ogni singola nota ancor prima che le stesse si espandano a riempire lo spazio espressivo fino a ricreare il completo soundstage. Questo rende i tasti del pianoforte più vigorosi e vicini alla realtà non solo come armonici prodotti ma soprattutto come quantità di energia espressa, incrementando il senso di musicalità, è un insieme di micro dettagli maggiormente risolti che affiorano da un tappeto di silenzio dove tutto può ballare senza incontrare ostacoli. Le note del basso elettrico di Steve Swallow si inseriscono vibrando in un territorio nuovo, fatto di tanto spazio dove poter esprimere la loro incredibile energia e la loro purezza timbrica, anche il sax di Andy Sheppard beneficia di questo sipario dove ogni strumento può narrare senza costrizioni. Nasce una prestazione esaltante fatta di aria, una moltitudine di micro dettagli ambientali, piani sonori distinti e continuamente connessi dove tutto è estremamente vicino al nostro senso di realtà.
Uno dei classici intramontabili, Swiss Movement Montreux di , edizione trentesimo anniversario, (Qobuz, 16bit / 44.1kHz). Questo nuovo DAC mi porta inconsciamente a selezionare molti più album live rispetto a prima. Non entro in merito alla prestazione artistica perché gli extraterrestri li puoi solamente guardare con il telescopio. È sufficiente far partire la traccia, ed è reale, è disegnata lì davanti agli occhi, non è la tromba di Bailey, è van Gogh che butta colori sulla tela e trasporta gli sguardi senza soluzione di continuità, c’è ritmo, energia, spazio e profondità dilatate nelle tre dimensioni, ti guardi intorno e non ti puoi fermare, non vuoi fermarti più! La ricostruzione ambientale del Sublime è disarmante, non serve pensare, non serve rinnovare basta ascoltare senza alcuno sforzo, tutti gli elementi dai più microscopici fino alle basi dei performer sono proposti in una soluzione plastica, enorme, energicamente e spazialmente imperturbabile.
Scontro tra titani
Approfittando della concomitanza di un’altra sorgente digitale di livello mondiale, della quale per ora manterrò riserbo introducendone solo le doti musicali, riporto un confronto diretto tra i due pesi massimi della trasformazione digitale analogica declinati secondo due approcci differenti per quanto riguarda la composizione hardware, ma non così differenti per la parte di conversione digitale vera e propria. L’antagonista di questo confronto si compone di un unico box al cui interno è ingegnerizzato il DAC, uno streamer sofisticato, un raffinato preamplificatore e l’alimentazione ottimizzata ed isolata dal resto della componentistica interna, questa sintesi ci pone dinanzi ad un tutt’uno elegante, compatto ed estremamente efficiente.
All’ascolto presenta una imponente ricostruzione scenica condita da una moltitudine di dettagli per una prestazione di grande effetto complessivo, ci troviamo di fronte ad una sorgente matura che pone la musica così come è stata pensata in fase di mastering esaltandone tutte le componenti, riducendo il rumore a livelli da riferimento e porgendo il messaggio con una naturalezza disarmante. È uno scontro tra sortenti di livello assoluto, anche se una volta scollegato l’antagonista e riascoltando la sorgente francese quella prestazione che prima ci sembrava così estrema ora con il sublime è ad un livello ancora più elevato, adesso c’è un senso di riproduzione armonica ed un respiro dinamico maggiori, questo non vuol dire necessariamente maggiori dettagli ma una loro rappresentazione più naturale, più lucida, più vibrante. Dove il sistema antagonista si avvantaggia di un unico pezzo fisico tutto è al suo interno, il DAC francese esplora questo concetto declinandolo in una separazione hardware che permette di spingerci ancora più in là superando quegli aspetti che sono caratteristici del digitale, ora si accede ad un territorio che era appannaggio solamente delle migliori macchine da musica analogiche.
Conclusioni
Perché il d1-sublime si chiama in questo modo? Forse perché la sua tecnica di interpretare la trasformazione digitale analogica è così grande che si spinge al di là di ogni comparazione o forse perché con il termine sublime ci possiamo riferire ai numeri sublimi, ovvero quel numero intero positivo che ha un numero perfetto di divisori positivi (incluso sé stesso), e i cui divisori positivi si possono sommare fino ad ottenere un altro numero perfetto. Il 12 è un numero sublime. Ad oggi si conoscono solamente due numeri sublimi, il secondo dei quali è un numero così grande che per scriverlo in lettere dovrei iniziare un nuovo articolo, per i più curiosi ha 76 cifre!
Il mio riferimento ed attuale DAC non è l’ultimo della classe, anzi con il d1-Twelve mk3 ex Flagship della casa francese ci troviamo di fronte ad una delle migliori sorgenti digitali al mondo. Ma questa nuova esperienza di ascolto fatta con il sublime, riscrive le definizioni di riproduzione digitale spostando in modo deciso la prestazione verso le migliori performance dei registratori a bobina analogici. È un cambio di paradigma, è la coscienza collettiva digitale che ha preso il teletrasporto verso un’altra dimensione, siamo così vicini alla realtà che ci sembra di toccarla, tutto diventa energico, naturale e spontaneo c’è solo la musica e null’altro.
In definitiva, questo DAC è veramente sublime? Sì lo è, questa sarebbe una affermazione definitiva, mi piace una presa di posizione così netta, a volte bisogna sbilanciarsi. Invero è indiscutibilmente la migliore performance a cui ho avuto la fortuna di assistere. Certo è che tornare al suo predecessore, ed ex top di gamma, è una prova che non voglio affrontare.
I prodotti Totaldac sono disponibili direttamente dal produttore.
DAC Totaldac d1-sublime, prezzo: € 50.000 (IVA inclusa)