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Monaco Hi-End: gli highlights e alcune riflessioni a freddo

Riflessioni sedimentate sul The HIGH END, l’ultima kermesse bavarese che racchiude l’immaginario collettivo audiofilo passato, presente e futuro.

Per chi non lo conoscesse, l’HIGH END Munich rappresenta il principale evento globale dell’audio ad alta fedeltà, riferimento per tutti gli attori in gioco siano essi espositori o semplici visitatori. Anche l’ultima edizione del 2023 è stata ospitata presso il MOC Exhibition Center di Monaco di Baviera, offrendo un’ampia esposizione di pezzi audio di fascia alta e altissima.

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Introduzione

Oltre alla presentazione di prodotti, l’HIGH END Munich ha accolto anche workshop, conferenze e performance dal vivo, offrendo un’ampia gamma di contenuti ed eventi correlati. Gli esperti del settore hanno condiviso le loro conoscenze e le ultime tendenze dell’industria, fornendo una preziosa fonte di informazioni un po’ per tutti appassionati e professionisti.

In quattro giorni, con i primi due per i soli addetti ai lavori, abbiamo assistito ad un concentrato estremizzato della creatività umana finalizzata alla riproduzione audio, declinata in modalità ed approcci differenti ma con un unico obiettivo comune: la realtà di un evento artistico, mediata ad una sua approssimazione casalinga più o meno riuscita.

Il giudizio: in un’infinità di brand se ne salvano una sparuta minoranza, è certo un nostro parere ma pensiamo di stare in buona compagnia. Pur accettando le attenuanti del caso, ci piace ricordare quello che veramente ha lasciato il segno.

Totaldac

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I sistemi della francese Totaldac sono noti per la loro filosofia di produzione basata sull’uso di componenti discreti di alta qualità uniti ad un design e costruzione totalmente artigianale.

In questa edizione sono state presentate le ultime casse acustiche evoluzione del modello base d100, le quali ora sono costruite interamente in legno così come il cestello dei driver. Le d100%wood with super tweeter presentano una configurazione a due vie e mezzo molto particolare dove i due woofer da 12 pollici, differenti come caratteristiche e costruzione riproducono entrambi le basse frequenze ma quello sopra estende la sua risposta fino ai 3.5KHZ, è sostanzialmente un medio non tagliato in basso poi dolcemente incrociato alla tromba che carica il driver da un pollice oltre i 20 mila hertz, questo modello presentava un super tweeter per estendere la risposta fino ai 40 mila hertz.

Il sistema, totalmente monomarca, comprendeva il DAC top di gamma d1-sublime, i due finali AMP-1-mk2 mono a valvole, il d1-driver-mk2 tra uscita del DAC ed i finali stessi, il d1-player music server, il d1-streamer-sublime in configurazione RoonReady endpoint, il d1-digital-sublime reclocker e il d1-switch. Menzione particolare alla sezione bassi con il sub-d100, non presente alla vista ma collocato nell’angolo in fondo a sinistra della stanza di circa 60 metri quadri e coperto da una struttura composta da pannelli di correzione ambientale sapientemente posizionati così da creare un accenno di labirinto per il corretto tuning del basso con il resto dell’emissione frontale.

All’ascolto ci siamo trovati di fronte una prestazione matura, completa, organica ed estremamente dettagliata. È un sistema ad alta efficienza con sub che può spaziare su tutti i genieri musicali con autorevolezza e controllo fino a livelli di ascolto da concerto live. Degno di nota ed uno dei pochissimi casi a mia memoria dove l’ausilio del subwoofer migliorasse la prestazione complessiva senza dare la sensazione di qualcosa di aggiunto dopo, una percezione di uniformità emissiva che rendeva tutto ancora più credibile.

Engström Audio, Jorma Audio, Marten Design

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Nella sala Engström si respirava solo aria scandinava, ogni componente proveniva da costruttori di quelle terre che diedero i natali non solo alle popolazioni vichinghe ma ad una mitologia ed eroica capace di partorire il dio Thor e tutta la classica letteratura nord europea.

Engström Audio è un produttore di amplificatori audio di alta qualità. Fondata da Jan-Erik Engström, un noto ingegnere e designer, l’azienda è rinomata per la sua attenzione ai dettagli e alla produzione artigianale, difatti ogni prodotto è costruito a mano con grande cura e attenzione ai dettagli così come l’utilizzo di componentistica di livello molto alto.

Jorma Audio per i cavi e Marten Design per i diffusori completavano il terzetto d’eccellenza per una sala che ci ha favorevolmente colpito.

I muscoli erano affidati al top di gamma di Engström Audio, ovvero Eric Encore, un dual mono completamente bilanciato ed accoppiato a trasformatori. La sezione di alimentazione è totalmente separata sia per gli stadi di ingresso che di uscita come per i filamenti, le valvole di potenza sono le 845, due per monoblocco, sostituendo le rarissime T100 del modello precedente orami uscito di produzione, le driver sono le 6L6GC a triodo. Una bestia di potenza in grado di domare anche i carichi più difficili, che per noi si traduce in tanti watt di ottima qualità per una moltitudine di diffusori.

Chiudeva il cerchio Marten Design con il nuovo modello Mingus Septet, un quattro vie da sette driver che vanta l’utilizzo dei nuovi tweeter Marten modificati su specifiche al diamante da 25 mm e una unità medio alta in puro berillio da 76 mm, interessante notare l’utilizzo di radiatori passivi Accuton al posto delle normali soluzioni bass reflex. Per le basse frequenze vengono impiegati un driver in materiale ceramico e due woofer con membrana honeycomb in alluminio da 200 mm sempre Accuton. Il suono di questa composizione presentava caratteristiche di assoluta completezza ed organicità mantenendo tutti i paramenti della riproduzione su livelli di eccellenza. La prestazione si distanziava dal suono che definiamo hi-fi per collocarsi in una stretta cerchia dove un estremo dettaglio e ricostruzione spaziale meticolosa sono perfettamente amalgamanti al senso di musicalità ed eterogeneità, mantenendo equilibrio e naturalezza propri della musica dal vivo non amplificata.

Oswalds Mill Audio

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Oswalds Mill Audio (OMA) è stata fondata negli Stati Uniti da Jonathan Weiss, che ha avviato l’azienda nel 2007 ed ha stabilito la sede principale a Dushore, una piccola cittadina situata nella contea di Sullivan, nello stato della Pennsylvania. OMA ha inizialmente operato in un vecchio mulino ristrutturato, da cui deriva anche il nome “Oswalds Mill” nella denominazione dell’azienda guadagnando abbastanza velocemente una buona reputazione nella comunità audiofila internazionale, al contrario qui in Italia è pressoché semisconosciuta, ma questo non ci stupisce affatto. Una delle caratteristiche distintive di Oswalds Mill Audio è l’approccio orientato alla personalizzazione. Ogni sistema audio OMA è realizzato su misura per il cliente, tenendo conto della loro preferenza sonora e dei requisiti dell’ambiente in cui verrà utilizzato come anche per le finiture estetiche. Ciò significa che ogni sistema OMA è unico e prodotto con grande cura. La particolarità di Oswalds Mill Audio è quella di utilizzare legno massello pregiato, metallo e altri materiali di alta qualità per garantire una costruzione solida e una riproduzione del suono che, a detta del costruttore, ti avvicina intimamente alla prestazione live.

I ragazzi erano presenti al MOC in una stanza che si trovava fuori dall’area espositiva a pagamento, chiunque poteva visitare la loro presentazione, nessun pass o biglietto era dovuto. L’ambiente presentava una estensione maggiore in larghezza rispetto alla profondità, parliamo di circa 50 metri quadri con soffitti molto alti ed un trattamento ambientale sufficientemente curato.  Il loro partner espositivo era l’etichetta discografica indipendente MA Recordings fondata da Todd Garfinkle. Le registrazioni prodotte da MA Recordings sono conosciute per la loro elevata qualità di incisione. Todd Garfinkle utilizza spesso un approccio minimalista nella registrazione, preferendo la tecnica diretta, senza sovraincisioni o manipolazioni digitali. L’etichetta si concentra principalmente su generi musicali come la musica tradizionale giapponese, la musica classica, il jazz e la musica etnica proveniente da diverse parti del mondo.

Come sorgente analogica era presente il nuovo modello K5 il fratello minore del K3, un blocco solidissimo di alluminio lavorato a CNC con finiture industriali davvero molto particolari e decisamente ben suonante.

Le casse acustiche erano un modello da stand totalmente in legno massello e metallo, un due vie composta da driver professionali ed un caricamento a tromba totalmente fresato da un blocco di legno. Il modello è il DEVILLE SQ, dove SQ sta per Superior Quality, ovvero l’intero cabinet è realizzato in massello di frassino della Pennsylvania, con il cablaggio interno in argento ed i componenti del crossover di maggiore qualità rispetto alla versione standard. Il suono era coinvolgente, grezzo quanto basta per ricordare le performance dal vivo, vibrante ed armonico. Molto musicale anche grazie alle splendide registrazioni della MA Recordings, un binomio sicuramente vincente.

Da menzionare il particolarissimo tavolino porta elettroniche, anch’esso un insieme di metallo pressofuso e legno massello che trasmette estrema solidità in un design industriale post moderno, veramente affasciante.

Audio Note Japan

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Audio Note Japan non ha certo bisogno di presentazioni è un’icona dell’hi-fi mondiale, produttore di elettroniche audio ad alta fedeltà con sede in Giappone. L’azienda è stata fondata nel 1976 da Hiroyasu Kondo, un appassionato di audio e ingegnere del suono. Sin dall’inizio, si è dedicato alla produzione di componenti audio senza compromessi adottando la filosofia costruttiva punto-punto che permette di estremizzare i risultati sonici bypassando completamente l’uso di schede elettroniche le quali, come ben sappiamo, presentano una influenza nefasta sul suono. Con il successo e la fama raggiunta l’azienda si è sempre più specializzata in apparecchi valvolari cercando di mantenere gli altissimi standard costruttivi. Oggi possiamo affermare che Audio Note Japan ha mantenuto lo spirito iniziale del costruttore e seppur cedendo qualcosa alla grande domanda internazionale di apparecchi ha mantenuto un approccio artigianale di grande livello se paragonato ai suoi competitors.

L’installazione che abbiamo visitato era organizzata in una piccola stanza, più che altro un box insonorizzato di circa 20 metri quadri allestito in uno dei grandissimi padiglioni al piano terra della mastodontica installazione che compone il MOC Exhibition Center. Questo aspetto, per il tipo di componenti usati, ha favorito un ascolto intimo e molto musicale. Spiccavano su tutto e tutti le impareggiabili e bellissime casse acustiche JENSEN IMPERIAL G 610L, dotate del sontuoso driver triaxial Jensen 610, con la particolarità di avere la sospensione del woofer come continuum del cono stesso, una soluzione che veniva adottata nella costruzione dei woofer di grandi dimensioni già a partire dagli anni 30 del secolo scorso. 

Il set-up, tutto analogico, comprendeva il loro giradischi top di gamma, il pre M7 ed i due finali Kagura 2i un parallel single ended di 211, cablaggio totalmente proprietario. Oltre alle JENSEN IMPERIAL, nella stanza venivano impiegate delle piccole Graham Audio monitors, ma nulla a cui spartire con le G 610L, switchando gli ascolti il confronto era improponibile.

La scelta dei brani, rigorosamente in vinile, si amalgamava alla perfezione con l’insieme ambiente ed elettroniche, restituendo un suono liquido, estremamente musicale e mai stancante. Indimenticabile come un sogno al primo risveglio le trame acustiche che si mescolavano, ma perfettamente riconoscibili, del concerto per doppio piano di Herbie Hancock e Chick Corea, qui nell’edizione americana a doppio disco del 78. Una esperienza che ha lasciato il segno, il desiderio era di non lasciare quella piccola stanza ma rimanere lì per un tempo indefinito.

TAD

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Non poteva mancare TAD, come una delle sale migliori da noi visitate. Il suono riprodotto da questo allestimento era un riferimento senza mezzi termini e senza possibilità di smentita. Il sistema in funzione prevedeva una doppia sorgente ovvero il lettore di riferimento TAD Labs Reference D700, noi abbiamo ascoltato solo questa possibilità, e per la liquida un Music server custom Build High-End roon-server con il Trinnov Amethyst utilizzato solo come endpoint.

La scena veniva catturata essenzialmente dall’accoppiata dei nuovi diffusori brooksfield TAD Compact Evolution One CE1TX-WN su stand ST2TX con gli imponenti finali mono, top di gamma, TAD Labs Reference M700 capaci di erogare 700 watt su 4 ohm a livelli di distorsione prossimi allo zero. Uno sforzo tecnologico votato alla forma più pura dell’amplificazione di potenza, concentrata in due monoblocchi di 75 kg l’uno, completamente bilanciati e costruiti su apposite strutture per contrastare sia le vibrazioni trasmesse attraverso il pavimento, sia le vibrazioni dei componenti stessi così da salvaguardare i delicati segnali audio dal mascheramento causato dalla distorsione indotta dalle micro oscillazioni.

Il concetto di progettazione di base prevede di realizzare una simmetria end-to-end, utilizzando la configurazione BLT (bridged transformerless) come base per ottenere la simmetria totale. Dai trasformatori di potenza ai condensatori come le schede PC tutto è simmetrico permettendo di controbilanciare le influenze sui cambiamenti di temperatura, i campi magnetici e le sottili vibrazioni all’interno della struttura. I due trasformatori di potenza che vengono impiegati per ogni singolo monoblocco hanno valori nominali totali di 2,8 kVA l’uno e vengono avvolti a mano su ogni trasformatore fogli isolanti attorno al nucleo eliminando la necessità di una bobina e incrementando il legame tra gli avvolgimenti primario e secondario. La filosofia progettuale di questi amplificatori è votata al minor uso possibile di componenti per il primo stadio di amplificazione, questa elevata semplicità circuitale consente ai segnali musicali di essere amplificati nella loro forma più autentica passando attraverso il circuito senza che le informazioni, anche le più sottili, vengano intaccate nella loro integrità.

Le TAD Compact Evolution One CE1TX-WN utilizzano, come da tradizione TAD, una unità medio alti concentrica CST (Coherent Source Transducer) accoppiando un midrange a cono TAD in magnesio da 5,5 pollici ad un tweeter a cupola in berillio di ben 1,4 pollici. Nei laboratori TAD i componenti in berillio vengono realizzati tramite la tecnologia proprietaria di deposizione sottovuoto di particelle così da creare una struttura perfetta e priva di possibili punti deboli, questo si traduce in una maggiore resistenza e naturalezza di emissione. Anche il woofer per le basse frequenze è una realizzazione TAD, si avvale di una tecnica molto particolare denominata MACS II con la quale 5 strati di tessuto non tessuto aramidico vengono accoppiati in un unico pezzo, il diaframma così ottenuto, che comprendente anche la cupola parapolvere, presenta caratteristiche di estrema rigidità e leggerezza fondamentali per una prestazione dettagliata, veloce ed esente da colorazioni.  Un’altra caratteristica del progetto è la Bidirectional ADS (Aero-Dynamic Slot), ovvero pareti laterali in alluminio scolpito che celano le fessure o porte di ventilazione presenti in entrambe le sezioni laterali della cassa acustica con aperture svasate nella zona anteriore e posteriore per consentire all’aria di fluire uniformemente attraverso di esse.  Questa particolare struttura che socchiude, tramite pannelli laterali in alluminio, le porte di sfogo permette di ridurre il rumore delle porte stesse e impedisce alle onde stazionare di fuoriuscire.

Tutto il cablaggio era fatto su specifica da TAD per il sistema in esposizione, una sinergia totale affinata fin nei minimi dettagli. Il trattamento ambientale, esteticamente molto particolare, era fornito da PROTONE Acoustic Adaptations, una tipologia di esagoni fresati nel legno multistrato con un andamento sinusoidale e fori di scarico simmetrici sulla loro superficie.

Il suono di questo insieme ci trasportava senza sforzo nei teatri dell’evento registrato, una riproduzione di riferimento dove l’energia espressiva e la naturalezza si fondevano ad un senso di spazialità esteso ben oltre i limiti dell’ambiente e incredibilmente realistico. La sensazione era quella di non avere voglia di cercare altro, tutto si trovava lì, perfettamente riprodotto.

ESD Acoustics

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ESD Acoustic LLC è un’azienda cinese specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti audio di fascia alta. L’azienda è certificata come National Hi-tech Enterprise della Cina e possiede un proprio know-how completamente indipendente, questo significa che non ci troviamo di fronte ad una azienda che copia e incolla produzioni occidentali. Anzi, un risultato significativo di ESD Acoustic è stato porre fine al monopolio dei marchi stranieri nel mercato audio hi-end cinese, dimostrando un notevole progresso nelle tecnologie audio. ESD Acoustic ha ricevuto riconoscimenti positivi e commenti entusiastici da parte dei media specializzati come Stereophile e Audiophile Magazine durante importanti eventi audio, tra cui il New York Audio Show 2018 e il Munich Hi-end 2019, dove è stato definito il “miglior sistema in mostra”.

In questa installazione ci troviamo di fronte a qualcosa di così estremo che non può rientrare nella definizione classica di sistema di riproduzione ad alta fedeltà per ambienti domestici. Infatti la loro installazione non lo era affatto, era qualcosa di enorme in tutti i sensi, sia per le dimensioni della sala – la più grande della fiera- sia per la gigantesca profusione di driver elettroeccitati, dei loro caricamenti a tromba come per lo smodato uso di elettroniche che formavano una parete ai cui lati si alzavano imponenti le trombe da più di un metro di apertura per le basse frequenze. La prestazione, prima con la classica, poi con il rock d’annata usciva dalle definizioni e dai parametri dell’hi-fi conosciuto per spostarsi nell’evento reale così com’è stato registrato in origine.

Difficile trascrivere le sensazioni su carta, bisogna assistere per credere che sia solo riproduzione acustica. È una prova di forza della potenza cinese, obiettivo perfettamente raggiunto. Anche per i prodotti più normali, se possiamo definirli così, venivano impiegati materiali e finiture estreme.

Tutte le casse esposte, dalle piccole fino al sistema in dimostrazione, erano costruite con involucri in metallo e trombe in fibra di carbonio, i driver tutti elettroeccitati con il diaframma dei woofer in titanio opportunamente progettato per adattarsi ai diversi utilizzi ci parlavano di una qualità costruttiva che difficilmente siamo abituati a vedere presso altri brand internazionali. Non rimane che testare i prodotti più piccolini, sperando in un risultato simile, ma in scala ridotta. Giudizio finale: fuori concorso per manifesta superiorità.

Aavik, Ansuz, Børresen

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La sala espositiva di Audio Group Denmark (AGD), che incorpora al suo interno i tre marchi Aavik, Ansuz e Børresen, presentava una installazione con il top della loro produzione per un risultato sonoro che non può essere facilmente dimenticato.

Ci troviamo di fronte alla massima espressione di come la riproduzione hi-fi venga interpretata oggi, una definizione moderna del concetto di suono. Estremo dettaglio, energia e mancanza di distorsione su tutto lo spettro audio per un risultato altamente spettacolare.

Senza cadere nella asetticità di moltissime offerte della concorrenza, il risultato ottenuto da Audio Group Denmark è un deciso punto di arrivo e non un tentativo poco riuscito. Un enorme dispiego di dispositivi capaci di convogliare le idee dei progettisti danesi lungo una linea ben decisa, ovvero l’assenza di distorsione a qualsiasi livello di emissione mantenendo credibilità e organicità della performance.

Il costo di tutta questa roba era decisamente elevato, potrebbe essere visto più come una dimostrazione del livello ingegneristico raggiunto dal gruppo, il risultato è pienamente raggiunto.

Venivano presentati i nuovi diffusori Børresen, la terza generazione dei dispositivi Ansuz ed il nuovo Dac che fa anche da streamer appartenente all’ ultima serie 880. Le casse acustiche in dimostrazione erano le Børresen M3, non il modello di punta, ma un diffusore che sa reagire in modo assoluto alle sollecitazioni elettriche imposte dell’amplificazione che in questo caso era affidata alla nuova linea Aavik 880, un pezzo di metallo e vetro estremamente potente, in pura classe A, senza switching con una impedenza di uscita la più bassa possibile per una prestazione con minore distorsione e maggiore senso di naturalezza unita ad una energia e coerenza su tutta la gamma riproducibile.

È il turno del nuovo Dac/Streamer Aavik SD-880 che integrando in un unico dispositivo la parte di conversione e la gestione dei segnali digitali si evita qualsiasi perdita di informazioni musicali per un risultato più naturale e coerente. Tra l’altro il design è decisamente azzeccato, un insieme di metalli e cristallo con un grosso display che prende quasi tutto il frontale anteriore, perfettamente leggibile a distanza, mantenendo una eleganza e qualità costruttiva degna di nota.

Ansuz presentava la nuova multipresa Mainz8 D-TC Gold Signature, un concentrato di brevetti e tecnologie proprietarie per un dispositivo che vuole assurgersi a nuovo punto di riferimento tra i distributori di corrente. Appartiene alla nuova serie “Gold” dove l’utilizzo del nobile materiale si coniuga ad una sapiente ricetta per massimizzare la sinergia tra il rame e l’argento. Il prezzo, elevatissimo, la colloca in una nicchia di pochissimi fortunati potenziali acquirenti. Tutto il cablaggio Ansuz apparteneva alla nuova serie Gold signature, per un livello sia economico che di pura prestazione sonora difficilmente raggiungibile dalla concorrenza. Ci troviamo al cospetto di pezzi di cavo sapientemente costruiti ed ingegnerizzati che non nascondono la loro appartenenza a quel ristrettissimo gruppo di componenti dal costo quasi proibitivo ma che sapranno regalare prestazioni altrettanto estreme.

In sintesi nella sala Audio Group Denmark si produceva un suono, non tanto una riproduzione musicale, così energico, dettagliato e senza distorsione da spiazzare anche i più navigati audiofili, siamo di fronte ad un evento dal vivo oppure no?!

Lime Light Gallery

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L’ultima sala è un omaggio alla storia della musica vista dagli occhi degli artisti, qui sapientemente immortalati nei momenti della creazione.

Fotografie d’autore, quelle in esposizione in bianco e nero, numerate ed in edizione limitata. Grazie alla passione di Andreas Witt, erano in mostra alcuni scatti di Neal Preston, un celebre fotografo soprattutto rock e folk noto per le sue iconiche immagini di artisti e gruppi della golden age del rock.

La sua carriera, di oltre 40 anni, gli ha permesso di catturare momenti memorabili, tributi visivi e racconti indelebili di quello che è stato, praticamente una narrazione soprattutto in bianco e nero della storia della musica. Gli scatti, tutte copie originali alcune in edizione limitata, potevano essere acquistati già in fiera, casualità proprio con noi nella stanza c’era il CEO di Burmester il quale ha concluso un acquisto di una fotografia di Bob Dylan con Joan Baez al Rose Bowl Stadium in Pasadena, California del 1982. La particolarità della foto sta nel fatto che ad un assistente di Neal gli cadde un’ottica e nel rompersi attirò l’attenzione dei due protagonisti; lo scatto riprende la sorpresa e la spontaneità del gesto istintivo nel girarsi verso il maldestro accaduto. Senza ombra di dubbio la sala con il più alto valore artistico dell’intera manifestazione e probabilmente la meno visitata.

Conclusioni

Un crogiolo di esperienze uditive, tattili e visive che hanno un solo denominatore comune: la grande bellezza della musica riprodotta. Una delle pochissime esposizioni internazionali dove si poteva assistere a moltissime presentazioni di altissimo livello. C’erano praticamente tutti i marchi che contano nel panorama internazionale, così tanti che quatto giorni sono stati insufficienti per esprimere completamente un parere compiuto su tutti. Abbiamo fatto delle scelte, lasciando inesplorate alcune installazioni, non potevamo fare altrimenti, non puoi sederti pochi minuti ed andare nella stanza successiva pesando di avere un quadro completo di quello che hai appena ascoltato.

La considerazione finale che ci siamo fatti è stata quella di una sorta di spartiacque, un duopolio di rappresentazioni musicali, quelle old style di grande sostanza, eleganza, correttezza timbrica e classe da vendere, VS un nuovo trend più moderno, iper dettagliato, controllato e altamente dinamico, estremizzato nella ricostruzione spaziale che ti ipnotizza destando subito la tua attenzione ma che probabilmente, in lunghissime sessioni di ascolto, potrebbe lasciare qualcosa di incompiuto, un dubbio, una sensazione quasi impalpabile di mancanza. Noi timidamente e delicatamente propendiamo per il vecchio stile, più dimesso, meno sfacciatamente esuberante ma dannatemene musicale ed accogliente…

Per finire una piccola carrellata di foto di quello che ha destato interesse in un mare di altre proposte, ma che per mancanza di tempo non abbiamo potuto approfondire.

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