Arriva (finalmente!) lo streaming online lossless, con Deezer e Sonos
Partirà il 15 settembre lo streaming musicale online in FLAC a 16 bit e 44.1 kHz. Per il momento solo negli USA e su alcuni hardware (Deezer su apparecchi Sonos). Per l’Italia… c’è tempo, forse neanche troppo. Digital divide permettendo.
Parliamoci chiaro: lo streaming musicale online è uno sballo. Una sorgente di musica pressoché infinita, sempre a disposizione, senza avere pareti intere di CD ammucchiati e difficili da ritrovare. E poi… pochi click in punta di polpastrello e il nostro umore musicale è assecondato. Per non parlare del gusto della scoperta di cose nuove. E dell’ascolto anche in mobilità e/o a prescindere dal dispositivo che decidiamo di usare per la musica.
Certo, il nostro feticismo, la nostra bramosia di possesso di oggetti fisici ne risente pesantemente, ma abbiamo già pronte intere generazioni di nativi digitali (persone nate dopo il 1990) che il rapporto musica-supporto-fisico neanche lo concepiscono. E anche i più grandicelli cominciano ad apprezzare la comodità di avere sempre a disposizione una fonte infinita di musica.
Gli audiofili, però, ovviamente non si accontentano di Mp3 a bassa qualità (servizi basic gratuiti) o a 256 kbps e fortemente equalizzati (servizi premium a pagamento). E le notizie sulle due o tre Internet Radio che trasmettono in lossless passano di voce in voce in maniera quasi carbonara, un segreto da condividere solo con persona di provata fede HiFI.
Il francese Deezer è il principale concorrente europeo di Spotify (in america il leader di mercato è Pandora, indisponibile da noi), che dal 15 settembre apre (anzi, spalanca) le porte agli audiofili con Deezer Elite, un servizio di streaming online basato su file FLAC a 16 bit e 44.1 kHz, ovvero a qualità CD.
Le brutte notizie sono due: Deezer sbarca così negli Stati Uniti, e per il momento solo là. E il servizio è limitato ai possessori di hardware di casa Sonos. Ma nei prossimi mesi è previsto lo sbarco anche in Europa.
I costi per accedere al servizio sono tutt’altro che proibitivi: 20 dollari al mese oppure 120 dollari l’anno. Su base annua è davvero conveniente.
Ma…
Ma ammesso e non concesso che il servizio arrivi domani in Italia, in che situazione ci troveremmo? Drammatica. Per almeno due ragioni.
La prima è di carattere culturale, siamo un popolo che fa fatica a riconoscere il valore intellettuale, restii all’uso della carta di credito e soprattutto ritrosi a pagare per contenuti digitali. Julio Iglesias cantava “sono un pirata, sono un signore”, noi continuiamo a piratare contenuti senza essere “signori”.
La seconda si chiama digital divide, ovvero la assoluta disparità di accesso a risorse digitali legate alla banda Internet. Senza andare a scomodare i piccoli centri (e l’Italia è una nazione di paesi, paeselli e cittadine), in una città come Roma abbiamo una situazione a macchia di leopardo, con zone servite dalla fibra ottica e “buchi neri” fatti da centrali intasate, cavi degli anni ’60 e connessioni indegne anche di un vecchio modem a 56k, con conseguente profluvio di connessioni basate su modem pen drive.
Da quant’è che non entrate in uno store della grande distribuzione? Chi di voi c’è capitato al ritorno delle vacanze si sarà accorto che i televisori Ultra HD, quelli a 4K, già costano come un buon LCD di un anno fa. Peccato che al momento non sono previsti contenuti su supporto fisico (non arriverà, per il momento, il BluRay a 4K), ma solo in streaming. Cosa praticamente impossibile per la stragrande maggioranza degli italiani, privati di adeguate infrastrutture da decenni di miopia politica.
La miopia in oculistica si cura col laser o con un paio di occhiali. Per quella politica italiana… non c’è rimedio.
Info: Deezer