• TEST • Max Research Interface – Audio File Player – Lettore di File Audio
L’Audio File Player prenderà il posto del CD Player?
Come qualcuno avrà avuto modo di notare, nelle nostre rare recensioni cerchiamo sempre di presentare prodotti che hanno qualche motivo di distinzione nell’affollatissimo mercato Hi-Fi.
Questo è uno di quei casi in cui possiamo affermare di aver, più che mai, rispettato la regola.
- Prodotto e marca: Lettore di File Audio – Max Research
- Denominazione: Interface
- Origine: Italia
- Prezzo: euro 1.950 (IVA inclusa) senza iPod – euro 2.200 (IVA inclusa) con iPod 4G
- Distributore: SOPHOS HIEND – Viale Bruno Buozzi, 6 – 01100 Viterbo – Tel. 3471402138 – e-mail: brfazzini@virgilio.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore:
- Sistema operativo: Linux Embedded
- Risoluzione: sino a 24 Bit/192 KHz
- HD interno: 500 GB
- Alimentazione: 2 alimentazioni separate in dotazione, con possibilità di alimentazione analogica
- Peso: Kg 6
- Dimensioni: cm 22,2 x 32,8 x 9,6 (L-P-H)
- Garanzia: 2 anni
Indice dei contenuti
L’Azienda
Max Research nasce dalla volontà di un appassionato di musica e Hi-Fi, Massimo Piantini, di proporre agli audiofili CD di qualità, con un catalogo che spazia nei vari generi musicali. Ma offre anche prodotti studiati per riprodurre l’evento sonoro il più vicino possibile a quanto si ascolta durante una registrazione.
Ora, accanto all’iniziale produzione discografica su CD, ecco la scelta di orientarsi verso la Musica Liquida ad Alta Risoluzione (24 Bit/96 KHz), come diretta conseguenza della logica di produzione di questa azienda. Il mezzo digitale, privato di tutte le limitazioni del CD (vedi RedBook), ha permesso di utilizzare al massimo le informazioni nel dominio numerico, tanto da mettere a disposizione dell’audiofilo uno strumento in grado di restituire quanto faticosamente immagazzinato, senza perdite.
Così, nasce Interface, il lettore di file. Una macchina dedicata esclusivamente, e solo, a questo fondamentale compito: estrarre tutte le informazioni contenute nei file audio digitali, fino al formato massimo oggi in uso: 24 Bit/192 KHz.
Filosofia di progetto
Gli obiettivi che l’azienda Max Research si è prefissata, nella realizzazione di questo apparecchio, sono essenzialmente due: il primo è stato quello di fornire all’impianto Hi-Fi una fonte di segnali audio digitali di altissima qualità, sfruttando, appunto, l’alta qualità offerta dai file audio ad alta definizione; il secondo è stato quello di fornire all’utilizzatore la massima praticità nella gestione dei suoi brani musicali e la massima facilità nell’uso dell’unità di lettura.
Descrizione
A prima vista l’apparecchio sembra proprio un lettore di CD, ma senza il cassetto apribile. Infatti, nell’Interface non vanno inseriti CD, perché è un Lettore di File Audio, quindi, vanno caricati solo file, con una risoluzione fino a 24 Bit/192 KHz, in una qualsiasi codifica.
In altre parole è un lettore di Musica Liquida ad Alta Definizione. La differenza tra il lettore di CD audio e il lettore di File audio è che, il primo legge i dati immagazzinati nel supporto CD, il secondo li legge dalla sua memoria interna che, in questo caso, funge da magazzino.
Entrambi, poi, provvedono ad inviare il flusso di dati digitali ad un convertitore, per la conversione in segnali analogici, che, a loro volta, vengono amplificati e riprodotti dai diffusori acustici. Naturalmente, i dati che può contenere la memoria del lettore di file sono in numero di gran lunga superiore a quelli che possono essere contenuti in un CD.
Pertanto, nella memoria dell’Interface potremo memorizzare file audio ad alta definizione, cosa impossibile da fare con i CD. Conseguentemente, la qualità musicale offerta da un lettore di file sarà notevolmente superiore a quella offerta da un lettore di CD.
L’Interface contiene un software proprietario, che gestisce le funzioni della macchina e previene i crash. L’H.D. interno, dedicato allo storage, ha la capacità di immagazzinare l’equivalente di oltre 600 CD, in formato pieno WAV. Con una semplice unità esterna USB (pendrive, H.D. ecc.) è possibile strasferire i file nell’ H.D. interno dell’Interface, servendosi delle porte USB presenti sul pannello posteriore.
Ugualmente, con una qualunque unità esterna, è possibile fare il backup totale dei file interni, per avere sempre una copia di sicurezza ed evitare la perdita dei nostri dati audio. Infine, è possibile leggere file audio da una qualunque periferica USB esterna.
Ma la grande novità è l’assenza totale di mouse, video e tastiera. Il dispositivo si comanda semplicemente con un iPod, iPad, o iPhone. Con la massima comodità, si possono scorrere centinaia di brani inseriti nell’Interface e, con un tocco, avviarne immediatamente l’esecuzione.
Con la totale assenza di cavi, si possono comandare tutte le operazioni: scelta-avvio-stop, avanti veloce, regolazione volume e visualizzazione dell’intera collezione di brani e CD. Tutti i CD rippati e inseriti saranno sempre immediatamente disponibili per la riproduzione, ma, soprattutto, saranno immeditamente fruibili i file ad alta risoluzione (24 Bit/96 KHz fino a 24 Bit/192 KHz), che già possiamo trovare sulla rete.
Questo è un cambiamento, a dir poco epocale, nell’ascolto della musica riprodotta. A proposito di CD rippati, vale la pena spendere due parole: per inserire la musica dei CD nella memoria dell’Interface, occorre fare la copia dei file in essi contenuti in un H.D. o in una pendrive e poi, come abbiamo detto, trasferire questi file nella memoria dell’Interface.
Ma attenzione: la copia non va fatta semplicemente copiando a mano i file dal CD nell’H.D. del computer o nella pendrive. Per essere sicuri di ottenere esattamente i file originali, è necessario ripparli, cioè usare un apposito programma in grado di clonare (senza errori) i file del CD.
Tali programmi sono disponibili in rete, sia per PC, sia per Mac. Nel primo caso suggeriamo l’uso di EAC, che potete scaricare dalla reta, mentre per Mac consigliamo MAX, anch’esso scaricabile dalla rete.
Ecco, nel dettaglio, come si presenta l’unità Interface.
Pannello anteriore: 2 prese abilitate USB, 1 interruttore on/off, 2 led blu come spie: uno sulla mascherina frontale, che indica le varie fasi di funzionamento e uno sottostante, come spia di on/off.
Pannello posteriore: 2 prese per le alimentazioni separate in dotazione, 1 presa di uscita digitale, 1 presa per l’antennina Wi-Fi in dotazione, 4 prese USB. Il resto delle prese presenti sono disabilitate, per consentire alla scheda madre interna un funzionamento esclusivamente dedicato.
Per quanto riguarda le alimentazioni, una è destinata esclusivamente all’H.D. contenente i file (in tal modo si evita che gli spike – correnti di picco – del motore, raggiungano i nostri segnali), l’altra, destinata alla scheda madre.
A sinistra: le prese del pannello posteriore da utilizzare sono quelle relative alle due alimentazioni, all’antenna, all’uscita digitale e le 4 USB. Tutte le altre prese sono state disabilitate, per rendere la scheda madre dedicata esclusivamente allo scopo per cui è stata impiegata.
A destra: la vista superiore dell’Interface aperto. Sulla destra, l’aletta di raffreddamento del processore, sulla sinistra due H.D.. In alto quello dedicato al sistema operativo, in basso uno da 500 GB, dedicato esclusivamente all’immagazzinamento dei file audio.
A sinistra: sul lato destro dello chassis trova posto la ventola di raffreddamento del processore, estremamente silenziosa, praticamente muta.
A destra: sul lato sinistro è visibile la scheda madre, con il profilato in alluminio, per dissipare la temperatura del processore.
Questa porzione di mascherina frontale mostra, sulla destra, l’interruttore di accensione, con vicino il led lampeggiante, che indica il caricamento del sistema operativo e quello dei file dalle periferiche esterne. Verso il centro, altre due prese USB.
Uso
Per inserire l’Interface nel nostro impianto Hi-Fi è sufficiente collegare la sua uscita, con un cavo d’interconnesione digitale (più è corto meglio sarà), all’ingresso di un convertitore DAC (attenzione: se, oltre ai CD rippati, volete ascoltare file musicali a 24/192, il convertitore dovrà supportare questi valori) e, poi, collegare l’uscita analogica del convertitore all’ingresso di un amplificatore stereo…
Tutto qui. In effetti la sola cosa a cui è necessario dedicare un minimo di tempo per l’apprendimento è l’uso di VLC Remote, il programma che permette di gestire l’Interface e, quindi, tutta la sua collezione musicale. Una volta preso dimestichezza con VLC Remote (è intuitivo e molto semplice), il gioco è fatto.
Precisiamo che l’Interface può essere acquistato singolarmente (per chi già possiede un iPod, un iPad, o un iPhone), oppure completo di iPod. In quest’ultimo caso, VLC Remote è già installato nell’iPod in dotazione. Invece, coloro che scelgono di acquistare solo l’Interface, potranno scaricare (servendosi del proprio iPod, iPad, o iPhone) VLC Remote dalla rete.
Per quanto riguarda l’accensione e lo spegnimento dell’apparecchio, basta premere il pulsante quadrato (a destra in basso), sul pannello frontale. Il funzionamento dell’Interface viene confermato dall’illuminazione blu diffusa sotto lo stesso pannello e da un minuscolo led, sempre di colore blu, vicino al pulsante di accensione.
Mentre la luce blu, sotto il pannello, resta accesa finché non si spegne l’apparecchio, il led vicino al pulsante lampeggia solo per un po’, ad indicare il caricamento del sistema operativo, oppure il trasferimento di file da una periferica esterna. Appena completate queste operazioni si spegne.
A proposito dell’alimentazione, il costruttore precisa che, anche quando l’apparecchio è spento, le schede interne dell’Interface, come accade con tutte le schede computer, rimangono sotto corrente dell’alimentatore, fino a quando questo è connesso alla rete elettrica.
Questi apparecchi non sono pensati come un normale componente hi-fi, dove i 220 Volt arrivano al suo interno e un interruttore stacca la corrente elettrica. La connessione di queste alimentazioni porta solo i 19 volt continui, necessari al funzionamento. Ovviamente, non avere i 220 volt nel case, è un grosso vantaggio.
Comunque, il modo normale, può essere ripristinato con l’uso dell’alimentazione analogica opzionale: il Power Store, la prima ed unica (per il momento) alimentazione analogica dedicata al lettore digitale. Questo tipo di alimentazione promette di rivoluzionare il concetto di alimentazione per i dispositivi numerici e ci ripromettiamo di parlarne prossimamente.
Pertanto, tormando al nostro discorso, per evitare di staccare la presa di corrente, si consiglia di collegare l’Interface e l’H.D. esterno, ad una buona ciabatta, con un interruttore, che separi, anche fisicamente, questi componenti dal resto dell’impianto.
Ascolto
Abbiamo formato un piccolo gruppo d’ascolto, costituito da quattro persone. All’inizio abbiamo fatto scorrere molti brani, già inseriti dal costruttore nell’Interface. Ci è servito, più che altro, allo scopo di acquisire la totale padronanza del mezzo, soprattutto, per quanto riguardava VLC Remote.
Questo programma era già installato e funzionante nell’iPod in dotazione. Successivamente, ci siamo dedicati all’ascolto vero e proprio di alcuni brani digitali acquisiti a 16 Bit (quelli che si trovano sui CD, per intenderci), ognuno confrontato con lo stesso identico brano digitale, ma acquisito a 24 Bit (file audio ad alta definizione).
A parte le personali sensazioni di ognuno, ciò che è emerso all’unanimità è stato il reale riscontro di una evidente e maggiore realtà sonora (così si sono espressi gli ascoltatori), a favore dei file audio a 24 Bit.
Ulteriore test interessante è stato quello di confrontare il suono di alcuni CD letti da un ottimo CD Player (dotato di convertitore interno e dal costo di alcune migliaia di euro), con il suono degli stessi CD rippati, i cui file ottenuti sono stai letti dall’AF Player.
Qui, ogni ascoltatore ha detto la sua, ma, comunque, tutti sono stati d’accordo nell’ammettere di aver riscontrato un gradimento sonoro maggiore a favore del lettore di file. Due ascoltatori hanno precisato la loro sensazione, indicando una migliore messa a fuoco degli strumenti, mentre altri due non hanno saputo spiegare cosa, per loro, rendesse migliore l’ascolto.
Sarà per il convertitore impiegato? Sarà per aver eliminato il CD ruotante? Per le circuitazioni dedicate e le alimentazioni separate dell’Interface? O, forse, abbiamo usato un lettore di CD troppo (si fa per dire) economico?
Infine, il rippaggio: può essere un toccasana? In effetti in un CD Player la lettura del CD avviene con la cosiddetta correzione di errori da parte del chip contenente l’algoritmo Read Book (il Read Book prevede che, qualora durante la lettura del CD, un dato non sia acquisito correttamente, questo venga implementato – in altre parole, inventato – a partire dai bit precedenti e successivi al bit non letto), inconveniente inesistente nel lettore di file.
Anche se una semplice sessione d’ascolto non è in grado di fornire le risposte a queste domande, comunque, ci ha fatto notare l’esistenza di differenze e, questo, è un fatto reale.
Conclusioni
A questo punto qualcuno potrebbe osservare che molte delle funzioni descritte potremmo ottenerle collegando all’impianto Hi-Fi un computer, che già abbiamo in casa.
È vero, ma occorre fare alcune considerazioni: se il computer è fisso e possiede un’uscita SPDIF, può essere posizionato vicino all’impianto, con uno spazio dedicato per tastiera, video e mouse, però non è il massimo della praticità e poi è rumoroso (ventole di raffreddamento e dispositivi meccanici).
Inoltre, bisogna alzarsi ogni volta che si deve cambiare brano. In alternativa, può essere collocato vicino al punto d’ascolto, con la stessa necessità di spazio e con un cavo che attraversa tutta la stanza, fino al convertitore, vicino agli altri componenti dell’impianto. Già, ma pochi saranno disposti ad accettare che un cavo volante attraversi il salotto.
Se il computer è portatile, anche se è un po’ più pratico, ha le stesse esigenze del computer fisso, sia che si trovi vicino all’impianto, sia che si trovi vicino al punto di ascolto. Poi, c’è da considerare che quasi nessun portatile ha l’uscita SPDIF, quindi, dobbiamo procurarci un’interfaccia, da collegare all’uscita USB, per trasformare il segnale in SPDIF, compatibile con il convertitore.
Tutto questo, senza parlare della qualità che può offrire una macchina dedicata (software, alimentazioni, ecc.), rispetto ad un computer. Tornando alle nostre conclusioni, a parte la migliore qualità fornita dall’AF Player, rispetto al CD Player (non fosse altro per la possibilità di suonare musica ad alta definizione), ciò che è vincente e convincente è l’imbattibile praticità, comodità e facilità, con le quali chiunque è in grado di gestire e ascoltare la sua musica.
Non più spazi, contenitori e librerie dedicate all’archiviazione dei CD, non più perdite di tempo nella ricerca e poi, per ogni CD trovato, dover aprire la custodia, tirarlo fuori, inserirlo nel cassetto del lettore, farlo partire e rimettersi seduti. Niente più di tutto questo…
Seduti nel vostro punto d’ascolto, con l’iPod in mano, potrete scegliere il brano da ascoltare – fra migliaia archiviati nella memoria dell’Interface – regolarne il volume e gestire tutte le funzioni alle quali ci hanno abituato i più versatili lettori CD.
Ma queste sono solo parole e le parole non rendono la sensazione che si prova ad avere sul palmo della mano un’intera discoteca, poterla gestire e impartire ordini al nostro impianto Hi-Fi…
Senza neanche avvicinarci alle apparecchiature…
Provare per credere.
E per provare (previo appuntamento) potete recarvi presso la Show Room di Annuario Audio, dove il lettore di file è disponibile per qualsiasi dimostrazione.
Ulteriori informazioni presso Max research