iTunes verso il lossless? Forse, ma per il momento…
“Masterizzato per iTunes“. E’ la nuova sezione che da qualche giorno è apparsa su iTunes, lo store musicale di casa Apple.
Purtroppo non si tratta, come lascerebbe intendere la spiegazione di Apple, di (finalmente!) file ad alta risoluzione creati direttamente dai master, ma molto più banalmente di file di tipo lossy (quindi compressi e con perdita di qualità), seppure in formato AAC a 256 kbps, che per resa somigliano molto agli Mp3 a 320 kbps.
La novità sta nel fatto che i nuovi file della casa della mela sono realizzati partendo da master ad alta risoluzione (24 bit/96 oppure 192 kHz) e con una procedura di downsampling a 16 bit/44,1 kHz più accurata.
Come al solito, Apple non is pone nella condizione di raccogliere le necessità/desideri delle case discografiche o di una parte del pubblico (in questo caso gli audiofili), bensì detta le regole a tutti, case discografiche in primis, che devono fornirgli veri master ad alta risoluzione.
E’ un vero peccato però che Apple stia snobbando gli audiofili. La sua tecnologia Airplay – e le elettroniche con essa compatibili – spostano davvero in avanti l’esperienza d’ascolto grazie a una comodità d’uso fino a pochi mesi neanche immaginabile: con Airplay, infatti, la musica viene “spinta” dalle periferiche Apple (iPod, iPad, iPhone, ecc.) verso il nostro impianto hi-fi in modalità wireless. L’esatto opposto di come accade con i server multimediali e/o con i dispositivi di render, che invece “tirano” la musica da un altro dispositivo connesso alla stessa rete domestica.
Seppure delusi, quindi, dal fatto che ancora una volta Apple non soddisfi le necessità degli audiofili, ci auguriamo che questo sia invece solo un primo passo verso la trasformazione di iTunes in un market di file lossless. Se e quando questo sarà, bisognerà ovviamente verificare se Apple continuerà con la sua politica di costruzione di walled gardens (giardini in cui è bellissimo stare, ma murati, da cui non si può uscir fuori) o si adatterà in qualche modo a quello che di fatto è diventato uno standard di mercato, il formato Flac. Conoscendo l’amore per gli ecosistemi proprietari di Apple… la seconda ipotesi al momento appare come poco probabile.