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Presentato a Roma il “Sistema Corsi”. La differenza con la normale stereofonia c’è e si sente

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ROMA, 6 maggio 2013 – È stato presentato ieri, presso Villa Greco, il già annunciato Stereofly, o Sistema Corsi (da Lorenzo Corsi, il nome del suo inventore). Lo abbiamo ascoltato attentamente e il risultato è…

Come vi avevamo già anticipato, è stato pubblicamente presentato Stereofly, un brevetto del 1995 di Lorenzo Corsi, frutto di cinquanta anni di ricerche del deus ex machina del marchio Strateg.

Dopo anni di sperimentazioni con diversi materiali, Corsi ha presentato alla platea di curiosi, appassionati e addetti ai lavori una struttura in plexiglass, in pratica due “ali” laterali su un lato delle casse acustiche e una struttura da frapporsi alle stesse, che le unisce in un continuum.

Difficilissima da fotografare in quanto trasparente, la struttura… funziona. Semplicemente funziona.

L’assunto di partenza è che la normale stereofonia non riesce a riprodurre la magia di una esecuzione dal vivo per tutta una serie di ragioni, fra cui: sostanziale evanescenza della parte centrale della scena sonora, se va bene percepita come troppo distante e poco a fuoco; e inoltre, l’ascolto stereofonico soffre di una certa cervellocità, costringendo la nostra materia grigia a ricostruire la scena sonora sulla base di due punti-sorgente, con conseguente affaticamento nell’ascolto.

Abbiamo ascoltato dapprima un paio di brani nella normale stereofonia, seppure con la straordinaria qualità dei componenti Strateg. In tre minuti, poi, è stata montata la struttura che consente l’ascolto Stereofly e… in primo luogo aumenta la pressione sonora (a orecchio di almeno 2dB). Ma non basta. La scena sonora assume una maggiore credibilità grazie a una parte centrale finalmente corposa, a fuoco, nella giusta collocazione. Seppure con risultati diversi da incisione a incisione, le casse acustiche tendono a virtualmente scomparire come punto-sorgente per lasciare spazio solo alla Musica, senza più alcuna distrazione su da dove provenga.

Il tutto può essere immediatamente compreso anche da orecchie non particolarmente allenate e lascia stupefatti per come il risultato finale sia poco suscettibile dai cambi di posizione del punto d’ascolto. È chiaro che una posizione d’ascolto “classica” è e rimane l’ideale, ma mentre nella normale stereofonia i cambiamenti anche di un metro producono drastici spostamenti della scena sonora, col Sistema Corsi il fenomeno è assai ridimensionato.

Cosa manca a Stereofly per essere un sistema commerciale e commerciabile? Manca quello a cui Lorenzo Corsi (quasi 70 anni, studi classici e una vita intera dedicata all’hi-fi) non è arrivato per mancanza di mezzi, ovvero lo sviluppo di un algoritmo matematico che riesca ad adattare forma e dimensione della struttura in plexiglass in funzione dei parametri tecnico-fisici dei diffusori, cosa che invece Corsi ha trovato di volta in volta in via sperimentale.

La caccia a un’azienda con un solido reparto ricerca e sviluppo e che se la senta di investire in questa scoperta tanto efficace quanto disarmante nella sua semplicità è aperta. A Lorenzo Corsi vanno i nostri complimenti e il più sincero “in bocca al lupo”.

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Guarda la foto gallery dell’evento di presentazione del
Sistema CorsiStereofly

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